Friday, February 9, 2007

Le origini del Panzone...

Ci sono avvenimenti che cambiano la storia e la cultura di intere civilta'. Non che quello raccontato su questo blog pretenda di avere lo stesso memorabile impatto, ma di certo ha cambiato per parecchie persone (me compreso) il modo di vedere alcune cose e soprattutto il modo di valutare la bellezza femminile.
A volte questi avvenimenti cosi' gravidi di conseguenze accadono senza che i protagonisti si rendano conto del fatto che gli sviluppi delle loro azioni si propagheranno in direzioni inaspettate e con risultati imprevedibili. Altre volte, non possiamo nemmeno essere sicuri che questi avvenimenti siano effettivamente accaduti, o che siano accaduti esattamente come ci sono stati tramandati.
La storia che ha originato questo blog e' una di queste, e a buon titolo rientra in quelle che possiamo definire "leggende metropolitane": una di quelle storie che capitano immancabilmente "all'amico del cugino". In questo caso specifico, l'avventura e' capitata all'amico di un collega ma non e' molto importante chi sia l'effettivo protagonista.
Non e' nemmeno importante se la storia che sto per raccontarvi sia davvero accaduta, o che sia accaduta esattamente come e' stata raccontata.
Quello che importa e' quello che e' nato da quella storia, come scoprirete ben presto.
Tutto comincia in una sera di una estate di qualche anno fa in un campeggio in Sardegna, dove il protagonista della vicenda, insieme con un amico, sta passando alcuni giorni di vacanza.
Dentro il campeggio, come in ogni campeggio, c'e' un bar.
E visto che nessuna storia e' completa senza una protagonista femminile, dentro questo bar c'e' una ragazza che lavora come cameriera.
In quella che sara' la sera fatidica, i nostri due amici si trovano a bere allegramente nel bar, facendo di tutto per familiarizzare con la signorina, che dal canto suo non sembra peraltro disdegnare troppo le attenzioni dei due intraprendenti giovani.
In maniera piu' collaborativa che competitiva, i due si fanno avanti, scherzano, giocano di doppi sensi, lusingano la loro musa, che pero' ha pur sempre un bar da curare ma non per questo ha intenzione di distruggere completamente i sogni dei due ammiratori:
- Dai, ora lasciatemi lavorare... io finisco alle 2
I nostri due eroi escono dal bar, e nel loro pessimistico realismo da maschi medi in vacanza nutrono poche speranze sulla possibilita' che la ragazza si faccia effettivamente trovare alla fine del turno. Ma dal momento che la speranza e' sempre e comunque l'ultima a morire, eccoli lo stesso li', qualche ora e molte preghiere dopo, di fronte all'ingresso del bar, all'orario stabilito.
E lei e' li'.
Che sta chiudendo il bar.
E che gli sorride.
E che li prende per mano.
E che senza perdere altro tempo li conduce direttamente in un boschetto li' vicino per una session di amore a tre.
Ma poiche' in ogni storia che si rispetti c'e' sempre un imprevisto, ecco che i tre, sulla strada che li conduce al loro nido d'amore, vengono visti dal corpulento guardiano notturno del camping.
Ovvero, dal Panzone.
Che sembra conoscere bene la cameriera e le sue pochissime inibizioni, perche' mangiata al volo la foglia provvede subito a seguire a distanza il trio. E poco dopo, a quanto pare senza nessuna protesta da parte della ragazza, anche ad aggiungersi alla festicciola.
E qui, caro lettore, la storia non entra nei particolari, anche per ovvie ragioni di buon gusto. Quello che sappiamo pero' e' che proprio quando le cose sembravano aver preso una piega inarrestabile il nostro protagonista ha, tra le nebbie della sua sbornia, un lampo di lucidita'. In piedi, guarda in basso e all'altezza del suo inguine vede la testa della indaffaratissima signorina.
Dietro quella testa, le spalle della signorina.
Dietro quelle spalle, la schiena della signorina.
Ma dietro quella schiena, laddove lui si aspettava di scorgere i glutei della signorina, vede l'enorme e peloso ventre del Panzone.
Una sola parola gli attraversa la mente: "No".
Un solo sospiro, carico di ribrezzo.
E il nostro eroe decide che e' non e' proprio il caso di proseguire. Che e' meglio mollare tutto li', rivestirsi e tornare in tenda.

Questa la storia.
E' accaduta veramente? Non e' dato saperlo, anche se l'infelice conclusione fa pensare che possa esserci quantomeno una sostanziale base di verita'.
Ma il punto e' un altro.
Il punto e' che riflettendo su questa storia, in una tiepida sera di estate rinfrescata da abbondanti dosi di Mojito, io e alcuni miei compagni di bevute abbiamo potuto coniare l'unita' di misura definitiva della bellezza femminile, il Panzone, che e' definito come segue:

"Una ragazza e' bella 1.0 (uno punto zero) Panzoni se e' cosi' bella che si e' disposti, pur di passarci una notte assieme, ad accettare anche la 'partecipazione' di un Panzone"

Questa unita' di misura, a prima vista contorta, sorprendentemente ha delle proprieta' interessanti. Ma cominciamo con l'offrire qualche esempio, cominciando proprio dalla protagonista della nostra storia: se i due ragazzi (che supponiamo di media corporatura) erano disposti a dividersela, vuol dire che era bella almeno 0.5 Panzoni. Cio' e' evidente, se pensiamo che, dal punto di vista di ognuno dei due, l'altro era grosso circa la meta' del Panzone.
Il fatto pero' che il nostro protagonista se ne sia andato dopo aver visto il Panzone, implica a sua volta che la ragazza doveva essere necessariamente bella meno di 1.5 Panzoni, dove 1.5 e' la somma del Panzone (1.0) e dell'amico (0.5). Ecco che quindi la signorina, di cui la storia non ricorda il nome, era bella tra 0.5 e 1.5 Panzoni.
Per dare un'idea della scala di misura attraverso un esempio ben noto, tutti i componenti del gruppo di alcolizzati di cui sopra si sono trovati d'accordo nel considerare Angelina Jolie come 2.7 Panzoni (massimo punteggio mai raggiunto, finora). Che, diciamocelo, e' un gran bel risultato, per l'attrice. Chi rinuncerebbe ad una notte di sesso con lei, pur con la presenza di 2 Panzoni ed un terzo individuo pure abbastanza robusto?
All'estremo opposto, abbiamo che una ragazza che raggiunge appena la soglia della "fattibilita'" sara' esattamente 0.0 Panzoni. Ovvero, possiamo passarci una notte insieme, ma rigorosamente in due. Il minimo elemento maschile in piu', e l'astinenza diventa subito preferibile.

Resta da definire cosa si intende per un valore negativo di Panzoni. E qui e' semplice, attraverso il seguente assioma:
"Una ragazza e' bella -1.0 Panzoni se serve bere esattamente una pinta di birra per poterci passare la notte".